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Sicurezza pubblica: il ruolo dei droni a Rimini

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Per garantire la sicurezza pubblica, l’amministrazione comunale di Rimini ha approvato un nuovo regolamento che include anche i droni.

In particolare il regolamento andrà a disciplinare le modalità di raccolta, trattamento e conservazione dei dati ottenuti dal sistema di videosorveglianza presente in città. Cessa così l’efficacia della precedente versione di queste direttive che risale al 2018.

La necessità di apportare modifiche è sorta in virtù dell’utilizzo di nuovi strumenti tecnologici, come i droni, sempre più spesso utili alle forze dell’ordine. Infatti il problema della privacy e del trattamento dei dati è uno degli aspetti più delicati legati all’impiego dei droni per attività pubbliche.

Non è un caso che il nuovo regolamento di Rimini tenga anche conto dell’importante ruolo dei droni per garantire la sicurezza pubblica. Vi abbiamo infatti raccontato in diversi articoli di come i droni siano molto spesso utilizzati dalla Polizia Locale, leggete anche “Polizia Locale: la Lombardia punta sui droni”.

Droni, sicurezza pubblica e trattamento dati

Il nuovo regolamento approvato a Rimini è quindi incentrato sulla sicurezza pubblica e sulla tutela dei dati sensibili raccolti dai droni utilizzati per questo scopo. In particolare vengono anche definiti gli ambiti nei quali poter utilizzare gli attuali sistemi di videosorveglianza.

Tra questi tutela dell’ambiente, prevenzione, indagine, accertamento e perseguimento di reati o esecuzione di sanzioni penali, arresto in flagranza differito e incolumità dei lavoratori. Si sottolinea quindi quanto questi sistemi possano essere efficienti su diversi fronti. Insomma, l’obiettivo del comune di Rimini è di avvalersi degli strumenti più moderni rispettando tuttavia la tutela dei dati personali e della privacy.

Le nuove direttive sulla sicurezza pubblica introducono inoltre due importanti novità. Da un lato si prevede espressamente la possibilità per le forze dell’ordine locali di utilizzare body cam, dash cam, droni, telecamere riposizionabili e altri dispositivi mobili. Dall’altro si prevede il coinvolgimento dei privati per la realizzazione di sistemi di videosorveglianza orientati comunque verso aree e strade pubbliche.

In questo caso le immagini potranno comunque essere visionate solo dalle forze dell’ordine e non dai privati stessi. Si cerca quindi si sottolineare quanto anche la collaborazione dei cittadini stessi possa essere importante per garantire maggior tranquillità.

 

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